Sabato 20 si è svolta a Bergen in Norvegia l’annuale fiera chiamata Cognac Expo; il mercato scandinavo è il più grande consumatore di cognac pro capite, ed anche il più ricco di conoscitori dello spirito gallico.
Vi concorrono numerose Maison di cognac, da quelle di fama mondiale, alle medie distillerie con affinamento, fino alle piccole Case artigianali che fanno tutto da sole dalla vigna al bicchiere.
Com’è ovvio la Cognac Expo è una vetrina importante per raggiungere una platea di consumatori esigenti, e per stabilire una rete di conoscenze che arricchisce produttori ed appassionati.
Nel seno di questa manifestazione si tengono numerose masterclass da parte dei produttori venuti personalmente, che a sorpresa portano qualche chicca introvabile per la gioia dei partecipanti.
Ma l’attenzione degli intenditori è sempre rivolta alla Ekstreme Smaking, la degustazione estrema, in cui gli organizzatori raccolgono alcune formidabili bottiglie, il più delle volte prese direttamente dalla botte di invecchiamento o dalle dame-jeannes, una volta che questo è terminato; sono esemplari rari e/o fuori commercio, e vengono aperti per i fortunati iscritti. La degustazione è sempre accompagnata dalla sua descrizione, tenuta dal venditore della bottiglia, se presente alla rassegna. Insomma un’occasione per assaggiare nel calice la storia liquida del cognac. Se vi chiedete quale sia il suo costo, siamo intorno agli € 250. Ma per costosa che sia, è un’esperienza che vi offre da bere veramente qualcosa di prezioso ed emozionante, se non di irripetibile.
Anche quest’anno si sono viste delle bottiglie notevoli, per cui varrebbe la pena di farsi il viaggio fin sul remoto fiordo vichingo: ecco la lista completa dei cognac in degustazione, e la descrizione illustrata di qualcuno di loro. Non siate invidiosi, non ce n’è per tutti.
- Fins Bois 1835 Grosperrin
- Petite Champagne 1910 Courvoisier
- Grande Champagne 1925 Grosperrin
- Grande Champagne 1930 Vinet-Delpech
- Grande Champagne 1934 Grosperrin
- Grande Champagne 1945 Prunier
- Grande Champagne 1955 Boulinaud
- Petite Champagne 1960 Château de Montifaud
- Hymne au Voyage Larsen
- Rèserve n°11 A.E. Dor
La bottiglia più vetusta della serata è stata questa perla di Grosperrin, un appassionato ricercatore ed affinatore di cognac antichi: una botte di acquavite dei Fins Bois ricevuta come dote di un matrimonio nel 1922; ma il cognac era stato distillato nel 1835, ottantasette anni prima. Viene messo in bottiglia tal quale. Intemporale, dice la Maison.
Ancora una bottiglia esoterica: nella Ekstreme Smaking non c’è nulla di profano. I cognachisti sono una congrega massonica, come dice Marco Zucchetti, il cronista alcolico de Il Giornale. Questa, umilissima in apparenza, e senza nemmeno un fronzolo di etichetta, proviene dal Paradis di Courvoisier, la celebre grande Maison di Jarnac. È un cognac Petite Champagne 1910, che a detta dei partecipanti è stato il più apprezzato dell’incredibile serie.
Ancora Grosperrin, ancora una delle sue mitiche botti, in cui il cognac Grande Champagne sta affinando senza sosta dal 1925, quindi da ben 93 anni. E di questo ho avuto la fortuna di assaggiarne anch’io, pescandolo con la pipetta nel fusto, direttamente in cantina a Saintes. Naso profondo, infinito, ed un corpo invidiabilmente fresco, senza una ruga. Se non è un miracolo…
Vinet-Delpech è una distilleria di medio-grandi dimensioni, che produce per le multinazionali del cognac ed in proprio, pressoché ignota anche agli appassionati; ma come molti distillatori, compra e affina anche cognac altrui. Questa bottiglia è prelevata dalle loro riserve storiche, il cui produttore è misteriosamente sito “ad un’ora dalla distilleria”; ma il nome della tenuta non ve la riveleranno nemmeno sotto tortura, è un segreto iniziatico prima che commerciale. Un cognac Grande Champagne del 1930, con 80 anni di invecchiamento in botte.
La Maison Prunier è la più piccola delle prime dieci grandi Case della regione di Cognac, ma il suo attuale gestore, monsieur Stephane Burnez, è un tradizionalista convinto. I suoi cognac d’annata, sempre a pieno grado, rappresentano quanto di più autentico possa offrire il distillato francese; il patron ve li venderà quasi con dispiacere, e solo se ne siete degni (a parte qualche russo, per fare cash). Eccone una dimostrazione, con un millesimo di tempi difficili, il 1945.
Misteriosa la maison, meno misterioso il millesimo, 1955. Piccolo imbottigliamento stravecchio di una piccolissima Casa, anzi di una famiglia, che custodisce riserve anche secolari. Sono gioielli che fanno parte del patrimonio delle famiglie produttrici di cognac, o dei loro discendenti, messe da parte per un giorno di pioggia, o per un matrimonio, chissà. E prima o poi passa qualcuno che può permettersi di comprare la botticella o una sua frazione, e se la beve, felice lui.
Lo Château de Montifaud è una piccola maison ben affermata nel mondo scandinavo. Qui verrebbe da dire che si rientra in territori ordinari, è solo una bottiglia di circa 55 anni, gente. Ma saremmo ad una degustazione estrema: allora che sia almeno un Single Cask cognac , non toccato dall’infamia della diluizione con acqua. La sua gradazione è naturalmente calata a 47° lungo il filo degli anni. Immaginatene la concentrazione.
Questa invece è un pezzo unico. Battuta all’asta de “La Part des Anges” a Cognac in settembre, la scultura lignea riproduce un drakkar vichingo; la Maison Larsen da sempre imbottigliava i suoi cognac in ceramiche di questa forma per il mercato norvegese. La bottiglia è stata aggiudicata per € 20.000 ad un collezionista di questa Casa, che l’ha offerta in degustazione alla Ekstreme Smaking di quest’anno. Il cognac ha 40 anni di invecchiamento in botte, e un affinamento successivo in damigiana custodita nel Fort Boyard sull’Atlantico, a suggellare il legame della Larsen con il mare.
Fuori programma, ma degna corona di siffatta degustazione, è stata offerta una bottiglia di Vieille réserve n°11 della raffinatissima Maison A.E. Dor, meraviglioso cognac Grande Champagne di minimo 70yo, con nel blend anche elementi pre-fillossera, composto da Odile Rivière, una maîtresse de chai di rara sensibilità, purtroppo prematuramente scomparsa. Brividi!
[Credits fotografie: mr. Brynjar Jakobsen]
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