Fino dal 1700 i mercanti inglesi e olandesi che compravano l’acquavite di Cognac sapevano già distinguere all’interno della regione le zone di produzione da cui si ottenevano i migliori spiriti.
Questa suddivisione territoriale, si noti, basata unicamente sulla qualità del brandy ricavato dalle diverse aree, è rimasta nell’uso mercantile, ma non ufficiale, fino al secolo scorso, attraverso una carta geografica; dopodiché lo Stato francese, su iniziativa dei viticoltori di Cognac, ha regolamentato con leggi apposite prima la zona di produzione (appellation d’origine contrôlée, AOC Cognac, 1909) e poi i confini dei vari crus tra il 1936 ed il 1938.
Così come li conosciamo oggi, esistono 6 crus o sub-appellations, in ordine di pregio:
– Grande Champagne
– Petite Champagne
– Borderies
– Fins Bois
– Bons Bois
– Bois Ordinaires
Già da secoli comunque era chiara nei consumatori l’idea che l’acquavite proveniente dalle Champagnes fosse superiore per qualità e gusto alle sorelle dei Bois. La legge non ha fatto altro che prendere atto di ciò che mercanti e consumatori finali sapevano già riconoscere.
La provenienza da un determinato cru determina anche il prezzo di acquisto dei distillati: ogni anno si fissano ufficialmente i costi per ettolitro degli spiriti appena prodotti. Fatto 100 per la Gr. Champagne, la Petite è pagata circa 90, altrettanto le richiestissime Borderies, 80 i Fins Bois, 70 i Bons Bois e i Bois Ordinaires. Come si vede la gerarchia del territorio è rigida. Piccole differenze vengono fatte per micro zone di pregio, o per qualità eccezionali o mediocri. Rapporti analoghi valgono per i distillati invecchiati.
Sia ben chiaro, l’appartenenza ad un cru non determina ipso facto la bontà del cognac, esistono eccellenti esempi di cognac dei petits crus, come pessimi Grande Champagnes. Per cui non ci si deve affidare soltanto al richiamo della zona per la scelta, molto dipende dal distillatore e dall’affinamento successivo. Per i cognac ottenuti da blend di più crus tuttavia, e sono la maggioranza del venduto, il discorso non si pone in questi termini.
I crus sono approssimativamente concentrici, aventi centro nella città di Cognac, che si trova al confine tra 3 crus. La zona più centrale è la più favorita dal clima e dai terreni. Oggigiorno la maggior parte della produzione è concentrata nei primi 3 crus e nelle zone pregiate dei crus minori, e quasi abbandonata nelle aree svantaggiate, anche per la richiesta sempre maggiore del mercato asiatico di cognac pregiati.
Ciò che interessa di più al consumatore è saper comprendere cosa sta acquistando nella bottiglia. Vedremo pertanto ogni zona in dettaglio per le caratteristiche della produzione vinicola, del terreno, del clima e del distillato. È un viaggio interessante e ricco di sorprese nascoste.
© 2012 il farmacista goloso (riproduzione riservata)
1 Risposta to “Cognac – i crus o sottozone”