Posts Tagged ‘Fins Bois

27
Ott
19

Bernard Boutinet – in memoriam

Chi l’ha conosciuto non se lo può dimenticare: monsieur Bernard Boutinet era senza dubbio un personaggio, nel piccolo mondo del cognac.

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Dagli anni Settanta era alla guida del suo domaine familiare chiamato La Soloire, né troppo grande né abbastanza celebre, sito nella migliore zona dei Fins Bois, a ridosso delle Borderies in un minuscolo villaggio pochi chilometri a nord di Cognac. Trovarlo non era così facile, perché secondo una consolidata tradizione le proprietà viticole della Charente sono nascoste da alti e anonimi muri che le riparano da sguardi indiscreti. Una porticina dimessa era tutto quello che si poteva vedere dalla strada, e soltanto di recente sull’ingresso era comparsa una targhetta.

Entrando nella proprietà si veniva accolti da un uomo anziano, parlante un ottimo inglese, dalla voce roca e caratteristica. Se era indaffarato, vi lasciava in compagnia di sua moglie, un’affermata artista, con la quale si conversava piacevolmente, però solo in francese. Un angolo della casa, riparato da un secolare glicine era il rustico ombrello sotto il quale ci si accomodava in attesa di parlare con monsieur.

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L’uomo era in apparenza burbero ma cordiale, tuttavia di poche parole: lasciava che il suo cognac parlasse per lui. Nelle sue bottiglie era racchiusa tutta la sottile eleganza del quarto cru del cognac, i Fins Bois: bastava un sorso o due per capire di aver a che fare con qualcosa di fuori dal comune.

Sebbene Boutinet non distillasse più in proprio i suoi vini, era capace di realizzare dei cognac di rara grazia, forte dell’esperienza di vinificazione, assemblaggio ed affinamento tramandatasi nella sua famiglia di padre in figlio da almeno 150 anni, e soprattutto con l’aiuto dei 27 ettari delle sue vigne, di magnifica qualità.

I suoi distillati sono tutta grazia, un’esplosione di profumi di fiori e di frutti, e sanno descrivere alla perfezione l’immagine del terroir d’origine. In cui non va cercato né grande complessità, né grande invecchiamento, ma la bellezza della gioventù, che ha poco da dire ma molto da mostrare. Quindi tutto un altro cognac rispetto alla classica idea di un distillato profondo e magari complicato da capire. Quelli di Boutinet sono comprensibili a chiunque, e nondimeno rimangono di grande piacevolezza e distinzione in tutte le loro espressioni, dalla più giovane a quelle di oltre 20 anni.

A giugno di quest’anno mi ero ripromesso di tornare a visitarlo. Volevo assolutamente portare a casa un paio di bottiglie del cognac “segreto” della Casa. Già: perché monsieur Bernard ti faceva degustare la sua gamma partendo dal VSOP fino all’Extra, e ti poteva offrire perfino qualche bottiglia millesimata. Ed invece il suo cognac forse più affascinante, nella sua freschezza e giovanile semplicità non era citato nel listino che ti mostrava, né lui te ne faceva parola: perché troppo recente? Troppo economico? Non lo sapremo mai.

Di questo cognac VS mi ero innamorato quando sono andato a scoprire l’azienda, con un amico norvegese: forse gli saremo stati simpatici, o chissà. Alla fine della lunga degustazione è arrivato con un’ultima bottiglia e ce ne ha dato un assaggio, con noncuranza, come per dire “Sì, faccio anche questo, ma preferisco offrirvi gli altri”: il segreto era stato così rivelato. Ne sto bevendo ancora adesso mentre scrivo, grato e felice.

Stavolta avevo lasciato monsieur Boutinet con la promessa di tornare a trovarlo in un prossimo viaggio, perché faceva anche un Pineau bianco straordinariamente gustoso, assemblando Colombard ed Ugni Blanc de la propriéte. Ma è toccato a lui partire, e per il cammino più lungo. Me ne resterà il ricordo, che ho voluto condividere con voi lettori, e qualche bottiglia con cui brindare non più alla sua salute, ma per onorarne la memoria.

Le mie sincere condoglianze alla moglie Marie Claire.

19
Mar
12

Cognac – i Fins Bois

I Fins Bois sono il quarto cru della AOC Cognac, ed il primo dei cosiddetti petits crus: i Bois circondano il nucleo delle tre zone più pregiate, questo essendo il più interno. Esiste anche un’enclave dei Fins Bois nei Bons Bois tra Mirambeau e la riva della Gironda.

Carta dell’AOC Cognac

La zona si compone di 278 Comuni, con una superficie di 350.000 ha, di cui 31.200 vitati, per una produzione di cognac del 42% dell’AOC. È quindi la maggiore area produttrice di cognac in assoluto.

Il clima è variabile in funzione dell’esposizione della zona all’aria oceanica o agli influssi provenienti dalle pendici del Massiccio Centrale. I terreni sono quanto mai vari per composizione, con argilla, sabbia, o calcare, o a volte con zone ferrose, e più ci si allontana dai confini dei primi crus, più la vigna si fa rarefatta, per lasciare il posto a pascoli, coltivazioni e boschi.

Si tratta quindi di un cru con caratteristiche piuttosto eterogenee, e la qualità dei suoi cognac varia molto da luogo a luogo. In generale gli spiriti prodotti nei Fins Bois assumono caratteristiche da mediocri fino ad ottime nelle zone migliori, più gessose.

Tipicamente sono cognac con intensi profumi fruttati o floreali, più aromatici che di corpo, con sfumature modeste. Maturano prima (danno il meglio entro i 20 anni), e spesso sono migliori in gioventù di quelli delle zone più nobili, avendo buon fruttato, rotondità e grassezza; per questo si usano per dare morbidezza, profumi e delicatezza ai blend con i cognac giovani delle Champagnes, ancora immaturi e perciò scontrosi. Costituiscono la parte più importante dei blend dei cognac delle qualità VS e VSOP in commercio. Se non miscelati con altri crus, possono essere anche cognac piacevolissimi, tuttavia hanno modesta complessità e un retrogusto finale piuttosto corto. Quasi mai superano un invecchiamento di 30 anni.

Sull’etichetta si indicano come appellation :

–  (Fine) Fins Bois Contrôlée

Le zone di produzione più vocate si trovano: a nord, nei cosiddetti Fins Bois de Jarnac, in un proseguimento virtuale delle Borderies verso Angoulême, appena sopra le Champagnes; ad est, attorno a Blanzac; e nell’area vicina all’estuario della Gironda, i cui viticultori hanno inutilmente chiesto la riclassificazione a Petite o Grande Champagne, in virtù dei terreni quasi completamente gessosi.

Le zone sfavorite sono le estremità dell’appellation, dove il cognac prende un gusto “selvatico” e poco piacevole.

© 2012 il farmacista goloso  (riproduzione riservata)




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