L’autore di questo blog è un goloso, per caso anche farmacista; ha già avuto un antenato con lo stesso nome nella fortunata commedia di Eugène Labiche “La Cagnotte” (1864); la sua golosità, prima, e la sua professione, molto dopo, l’hanno portato ad interessarsi alla degustazione dei distillati di qualità, ed alla pratica della liquoristica, ovviamente su scala amatoriale. Non gli dispiacerebbe di esercitarsi anche nella distillazione, ma impianti, attrezzature e materia prima hanno dimensioni tali da impedire di praticare questa nobile arte su scala domestica.
Così egli si dedica con ininterrotto entusiasmo, ormai da più di 30 anni – ebbene sì, un ‘alcolista’ precoce – a raccogliere in giro distillati e a degustarli con un palato critico ed appassionato, lontano da ogni schema dottrinario odorante di ‘sommelieria‘ , lasciandosi trasportare soltanto dal proprio gusto, ormai ben allenato.
Come si capirà, il suo vero grande amore è per il cognac, il principe degli spiriti. Per quanto abbia potuto degustare qua e là disitllati buoni, nessuno l’ha conquistato come l’eau de vie charentaise. Del resto, gli inglesi lo sapevano bene, esportavano whisky dalla Scozia, ma importavano e bevevano cognac già da secoli. Nondimeno, anche l’armagnac tradizionale ha fatto breccia nel suo cuore.
Tuttavia il cognac in Italia rimane un prodotto di nicchia – ovviamente non parliamo del cognac del supermercato – e di nicchia è la sua conoscenza: come si produce, si nvecchia, e si degusta correttamente, è pressoché ignorato tanto dall’appassionato quanto dal bevitore occasionale. Questo discorso è meno vero per prodotti di diffusione superiore come whisky e rum/ron, per cui negli ultimi anni si sono visti interessi crescenti anche in Italia. Ma si tratta per loro natura di prodotti alquanto commerciali, e molto di rado da paragonare alle qualità di un buon cognac.
Quindi all’autore è parso il caso, dopo aver constatato con quanta disinformazione e superficialità è trattato il materiale presente sul web in italiano a proposito del cognac, di provare a fare un po’ di divulgazione di qualità, per ridare a questo grande distillato il posto che merita tra i suoi fratelli alcolici. Se questo blog sarà utile a qualche altro appassionato, egli ne sarà felice; se conquisterà qualche nuovo adepto al cognac, ancora meglio; ma soprattutto l’intento è di rendere disponibile a chi la cercherà una sorgente affidabile e si spera sufficientemente esauriente sul mondo del cognac e degli spiriti di vino, grazie all’esperienza, alla passione, ed allo studio del suo autore. Ci riuscirà?
Infine, sia detto chiaramente, il tutto non vuole essere un invito all’alcolismo, ma alle gioie della meditazione che il cognac di qualità assicura.
BEVETE RESPONSABILMENTE (e con cervello, se l’avete) !
volevo farle i complimenti.
salve le ho inviato un email ,volevo sapere se era interessato a un cognac l or di martell 1990s con foto . mi scusi il disturbo grazie
vista la grande esperienza volevo chiedere un consiglio … parlando di bas armagnac secondo Lei dovrebbe essere migliore un distillato nel 1978 con 22 anni in botte o un distillato del 1985 con 28 anni in botte ?
Grazie
Egregio Farmacista Goloso,
Interrompo la lettura del suo denso e meraviglioso blog per lasciarle questo messaggio in cui Le rivolgo i miei piú sentiti ringraziamenti per la qualità degli articoli che Lei ci offre.
Con affetto,
Grey Natale
Troppo buono, grazie mr. Grey.
Si tutto bello ma la birra Samichlaus ( che ho assaggiato in un bar in provincia di Varese) è introvabile! Dove posso andare ad acquistarla?
Effettivamente è una delle birre più rare al mondo, venendo prodotta solo il 6 dicembre (San Nicola-o, da qui il nome) di ogni anno.
Se capita a Milano ci sono numerosi negozi specializzati in birre d’importazione, uno dei meglio forniti è “A tutta birra”. A Varese tenti alla Vinothèque, se no su internet, ma rischia di pagarla più del giusto.
Complimenti per la mole di informazioni, la qualità e la quantità di materiale raccolto.
A davvero grazie per aver trovato il tempo e il modo per condividerlo.
Sarebbe bello poter fare delle degustazioni guidate per poter riconoscere meglio i singoli aromi e gusti, dato che su questa pratica ci sono molte iniziative dedicate ai vini, ma ben poco (se non nulla) dedicato ai brandy.
Di conseguenza ti sarei grato se potrai tenerci aggiornati nel merito di iniziative di questo genere, o magari se tu stesso ne volessi organizzare qualcuna. Vista l’esperienza che hai accumulato possiamo ormai considerarti un vero e proprio riferimento.