Confesso, me ne sono dimenticato, ma acciuffando per i capelli l’anno che fugge rimedierò: nel 2015 una delle più importanti maison del cognac, la Martell, festeggia il suo tricentenario! Sì, avete letto bene.
Si vuole che questa Casa ‘spiritosa’ sia la più antica tra quelle commerciali, e da grossista di acquaviti nei tre secoli trascorsi è diventata la più rispettata azienda tra le Big Four. Certamente non fa i volumi della più grande e concorrente Hennessy, ma si impone per la qualità dei suoi imbottigliamenti, producendo più cognac invecchiati delle altre grandi ditte, che guardano con più interesse al mercato dei cognac VS e VSOP.
Da Jean Martell, che nel 1715 (ma fonti esterne all’azienda parlano di 1719) fondava la maison, alla Pernod-Ricard, che ne ha acquisito il controllo nel 2001 rilevando la Seagram, tanto cognac è passato nelle sue botti prima e nelle bottiglie poi .
Il capostipite, nato nel 1694 da una famiglia normanna stabilitasi da lungo tempo a Jersey in mezzo alla Manica, ereditò lo spirito commerciale dal padre; praticò nei primi tempi a Guernsey, e si trasferì a Bordeaux, dove nel 1726 si sposò con Jeanne, la figlia del ricco mercante Brunet, cognacense di nascita. Le carte ci dicono che la famiglia Martell traslocò a Cognac due anni dopo. La città tuttavia gli era ben nota, perché le stesse carte raccontano già di relazioni commerciali con i mercanti di acquavite di Cognac nel 1720.
Ancora non era un commercio esclusivo, Martell vendeva di tutto: vino bianco delle Charentes, acquavite, pelli, carbone, fiori e vestiti, insomma lo direste più un bazar che un vero e proprio esportatore, ma i suoi legami con la patria gli aprivano la via del commercio con l’Inghilterra, all’epoca il migliore cliente per il vino e gli spiriti aquitani.
Morta la moglie, Jean si risposò con una Lallemand della potente famiglia cognacense nel 1737, e abiurò la fede ugonotta. Morto lui nel 1753, la vedova continuò il commercio all’insegna di “Veuve Martell”. Grazie ai sei figli avuti dal matrimonio l’impresa rifiorì nel 1775, acquisendo più tardi il nome di “J.&F. Martell” (1807) ed infine nel 1819 “Martell & C.ie”.
Nei decenni i Martell assursero, come i loro concorrenti e parenti Hennessy, a sindaci e parlamentari del regno, attivi sia nel commercio che nella politica regionale, e ad importanti attori della vita sociale cognacense.
Estinto il ramo maschile con Edouard (1920), la dinastia continuò col ramo dei Firino-Martell, per cedere infine il controllo dell’azienda nel 1988, dopo 8 generazioni dalla fondazione, alla multinazionale canadese Seagram, per la favolosa cifra di allora di 850 milioni di dollari, da dividere tra i 40 membri della famiglia, titolari di azioni. Da esperto mercante, René Firino-Martell riuscì a vendere cara la ditta, raddoppiando quasi il valore dell’affare, destreggiandosi tra le offerte di più concorrenti. La somma ottenuta era pari a 36 volte i guadagni annuali della Casa, un gran bel multiplo! Ma si stava vendendo un pezzo di storia di Francia…
Il triplo centenario è stato festeggiato a maggio nientepopodimeno che al Castello di Versailles – la Martell è sponsor dei restauri – dove (ovviamente) 300 ospiti hanno goduto delle acrobazie della Patrouille de France chiamata a fare gli onori al celeberrimo marchio mondiale, e di un ricco banchetto festivo, seguito da fuochi d’artificio. Altre celebrazioni sono state tenute nell’anno nell’aziendale Chateau de Chanteloup, vicino a Cognac, per festeggiare con tutti i dipendenti ed i fornitori della ditta, un evento con show acrobatico aereo che ha raccolto 2500 persone, e nelle capitali dei maggiori mercati esteri, compresa Lagos in Nigeria, dove il cognac è in inarrestabile ascesa.
Cosa non si fa per la promozione della propria immagine! E pensate che Martell è il marchio con il maggiore understatement tra i grandi del cognac. E fa spiriti tutto sommato meno gridati ma di sostanza. Ve ne ho già parlato negli anni.
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