Siamo nell’antica Aquitania romana, appena a nord della famosa zona del Bordeaux. La regione del cognac comprende grosso modo due province, la Charente propriamente detta, e la Charente Maritime, con brevi sconfinamenti in aree limitrofe; la zona va dalla costa oceanica, comprendendo pure due isole della baia, Oléron e Ré, all’interno, con un orientamento nord-ovest sud-est, ed è larga circa 60 km e lunga 120 km nel suo lato più lungo, tutta compresa nel triangolo tra La Rochelle, Limoges e Bordeaux.
Si è in una delle appellation controlée francesi. Il cognac quindi si può chiamare tale solo se il vino è prodotto e distillato in questa regione; curiosamente invece, può essere invecchiato dovunque.
La legge ne ha delimitato l’area, secondo usi locali consuetudinari: dapprima suddivisa in 7 crus, ora solo in 6. Tutti producono cognac, ma solo alcune zone più vocate producono il migliore cognac: la geologia ed il clima sono i fattori naturali più importanti per questa classificazione.
Già dal 1700 i commercianti suddividevano la regione in Grande Champagne ed in Bois (il che fa presumere che esistesse anche una Petite Champagne); cioè era già allora ben noto che i vini prodotti nell’area intorno a Cognac produceva
no gli spiriti più fini. La suddivisione novecentesca ne ha dato i confini legali, a tutt’oggi pressoché inva
riati, basandosi sulla natura dei terreni.
Le zone di produzione prendono il nome dalle antiche denominazioni di Champagnes (nulla a che vedere con la re
gione viticola delle bollicine però) e di Bois, campagne e boschi, con l’aggiunta delle Borderies. Oggigiorno si contano queste aree: Grande e Petite Champagne, Borderies, Fins Bois, Bons Bois, Bois Ordinaires, in zone irregolarmente concentriche dalla più centrale alla più esterna.
Il concorso di clima e terreno determina la differenza qualitativa dei vari crus: il “premier cru de Cognac”, la Grande Champagne, è il più interno, e quello che risente meno delle influenze oceaniche e del clima continentale del Massiccio Centrale, ed in aggiunta
ha il terreno più gessoso (poroso) di tutti. Man mano che ci si allontana da questo nucleo, il clima si fa più esposto all’aria dell’oceano o ai freddi della Francia centrale, e influenza la vite. I terreni perdono la natura friabile e porosa del gesso allontanandosi dal nucleo a sud-est di Cognac, e riducono la qualità dei distillati ottenuti.
Non vuol dire con ciò che gli spiriti prodotti nelle altre zone siano automaticamente cattivi, ma che cambiano le caratteristiche organolettiche e di struttura dei distilati: non si ritroverà mai l’eleganza e la finezza delle Champagnes nei Bois; in compenso questi doneranno altre qualità utili a comporre l’equilibrio del cognac che si trova in bottiglia. Lo vedremo più avanti.
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