
Da anni ci siamo abituati ad osservare il movimento della microdistillazione in America ed in Europa con una certa invidia, lamentando l’inconsistenza della scena italiana.
Si sa, gli ostacoli sono sempre i soliti: la burocrazia indecifrabile, le leggi adatte a produttori con impianti di raffinazione in stile venezuelano, le banche avare di capitali e di fiducia nell’impresa, eccetera.
Ma i tempi sono maturi, e l’onda della distillazione artigianale è pronta a travolgere anche l’Italia, seppure con qualche ritardo.
Stiamo assistendo ultimamente al fiorire di alcune realtà germinali, di pionieri che anticipano la tendenza. Come è stato per i birrifici artigianali, da alcune timide ma ferratissime aziendine è nato un movimento che conta oggi oltre mille microbirrifici dalla spiccata creatività. Sarà così anche per i distillati?
A connettere i punti ci hanno pensato il noto gastronomo e divulgatore Claudio Riva, ed il suo socio, lo scrittore Davide Terziotti, fondatori di Whisky Club Italia e del portale Distillerie.it, che il 27 ottobre scorso hanno realizzato e reso disponibile in rete la prima conferenza italiana sulla distillazione artigianale, o meglio, microdistillazione.
Un evento lungo una giornata intera, ricchissimo di ospiti nostrani ed internazionali e di interventi altamente qualificati.
Tutto quanto per portare alla luce esperienze e realtà imprenditoriali dai due lati dell’oceano, e dotare gli interessati degli strumenti necessari a valutare ed intraprendere un percorso professionale promettente e tutto da inventare: l’Italia è infatti ancora un campo pressoché vergine, fatte salve le piccole avanguardie.
C’è spazio quindi per buttarsi e fare impresa, distillando la creatività made in Italy, assai apprezzata in tutto il mondo. Basti pensare al successo planetario degli amari, dei vermouth e dei fernet, per tacere dei liquori storici. Il gin italiano, per raccontarne una nuova, conta ormai qualcosa come cento marchi sparsi nella penisola, e non smette di crescere e di vendere.
La conferenza, nei suoi numerosi interventi ha trattato tutti gli aspetti della microdistillazione, dalle tecniche di produzione, alla ricerca e sviluppo, dalla distribuzione al packaging ed alla grafica, dal marketing alle importantissime visite in azienda, e molto altro, con l’apporto delle esperienze dei più qualificati relatori del campo.
L’evento è stato pensato per chi vuole avvicinarsi al settore in maniera professionale, ma anche per gli appassionati, che avranno modo di esplorare un mondo che all’estero è già in pieno fermento.
La conferenza sarà disponibile in modalità webinar anche in differita per chi non ha potuto assistervi il 27 ottobre.
La conferenza non è gratis, perché le competenze e lo sforzo organizzativo vanno ripagati, e potete credere che il lavoro dietro le quinte è stato imponente in termini di tempo e di mezzi. Ci sono diverse tipologie di accessi a tariffe diverse, secondo la profondità di apprendimento e l’interesse del pubblico, ed i servizi si potranno consultare per un anno intero.
Un’occasione imperdibile per chi vuole conoscere meglio questo artigianato dinamico e dalle prospettive brillanti, e per chi, soprattutto, coltiva già l’idea di fare, ma non ha ancora acquisito gli strumenti necessari. L’opportunità è qui da cogliere: craftdistilling.it
Noi, da umili bevitori, aspettiamo con pazienza i frutti del vostro sacro fuoco.
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