Il colore del cognac è la prima impressione che riceviamo dalle bottiglie esposte in fila su di uno scaffale. L’etichetta ci darà poi altre informazioni, più utili per identificarne il contenuto.

I colori “naturali” del cognac da 2 a 50 anni
Ma il colore del distillato è veramente un criterio-guida per scegliere una bottiglia? Il neofita dirà irrimediabilmente di sì, mentre il bevitore smaliziato assolutamente no. Dove sta la verità?
Il colore del cognac ha due origini: la prima, naturale; la seconda, aggiunta. Vediamo meglio.
Il colore naturale è quello impartito all’acquavite dal legno della botte, in funzione:
- del tempo trascorso dal distillato in essa
- del tipo di tostatura della botte
- del fatto che la botte sia di primo impiego oppure no
- del tipo di legno impiegato (sempre di quercia, però).
Il colore aggiunto deriva dagli additivi usati per migliorare l’aspetto ed il sapore del distillato, e varia a seconda delle quantità:
- del caramello
- del “misterioso” boisé.
È bene dissipare ogni dubbio sul caramello. Questo, contrariamente a quanto pensano alcuni, non ha alcuna influenza sul sapore del brandy a cui viene aggiunto; la sua origine è naturale, trattandosi di zucchero bruciato, e per le quantità adoperate correntemente non può né alterare il gusto dell’acquavite, né possedere proprietà dolcificanti: è anzi amaro di natura.

Un cognac d’epoca di circa 5/6 anni, intensamente colorato
Lo scopo tecnologico per cui il caramello viene impiegato è di livellare il colore delle varie partite di un determinato imbottigliamento, oppure di incrementarne il colore per le richieste di alcuni mercati d’esportazione (tipicamente quelli asiatici, che desiderano un prodotto scuro e più dolce della media).
L’altro additivo che influenza il colore del cognac è il boisé, l’estratto di legno di quercia, talvolta invecchiato a lungo, che viene usato per dare profumi, corpo, e tannino al distillato. Un boisé ben stagionato in botte è amarissimo ed estremamente scuro, e ne basta mezzo bicchierino da liquore per far apparire un intero tino di cognac come se avesse trascorso parecchi anni di più nel proprio legno. Ma è solo maquillage, come dicono i francesi.
Il suo principale impiego è nei cognac giovani, ai quali dona una parvenza di invecchiamento, ed una marcia in più quanto ad aroma e sapore: una suggestione per il palato del grande pubblico, poiché il bevitore allenato ne riconosce quasi sempre l’impiego. Ma il prodotto deve essere usato con mano estremamente prudente. Il suo uso è taciuto da ogni produttore, e ad esplicita domanda, il più delle volte negato sdegnosamente, perché è un trucco tecnologico e stilistico proprio di ciascuno, artigiano o industria che sia, ed all’arte non piace mettere in piazza i segreti del mestiere. Pare che una botte di vecchio boisé valga parecchie volte più di quella di un cognac stravecchio: chi ne possiede, ha in cantina una discreta fortuna, insomma.
La gamma cromatica del cognac si estende dal giallo tenue dei neonati di 2 anni fino all’ambrato profondo dei cinquantenari ed oltre. Una colorazione che tende al bruno nei cognac piuttosto giovani, oppure di un magnifico color ramato anche quando hanno una certa età, fa immediatamente sospettare l’uso del boisé e/o del caramello nelle sue diverse sfumature.
I mercanti inglesi del Settecento sapevano già come ottenere una tintura di trucioli di quercia per contraffare il colore del giovane brandy francese e venderlo come “Old Brown Brandy”, naturalmente dopo averlo addizionato generosamente di sciroppo, maturato in una botte contenente del vecchio cognac. Mentre l’aristocrazia aveva già capito tutto, ed a questi prodotti sofisticati preferiva i distillati chiamati “Pale and Dry”. Che per inciso è ancora oggi vanto di una marca molto amata in Inghilterra.
La verità, dicevamo. Eccola: il colore non è mai il criterio di scelta di un cognac, e resta un piacere per l’occhio, tutt’al più. Il senso comune da secoli racconta che il distillato più scuro è, più invecchiato sarà: l’amatore di cognac invece sa che è vero il contrario. Quanto minore è il colore in un vecchio distillato, tanto maggiore sarà la sua onestà.
© 2019 il farmacista goloso (riproduzione riservata)
0 Risposte to “Il colore del cognac”