Il ratafià di Andorno è un liquore tradizionale del biellese. Appartiene alla grande famiglia dei ratafià, infusioni alcoliche di frutti e dei loro succhi, con aggiunta di spezie, e talvolta vino.
La sua storia, come illustra nella retro etichetta il produttore di Andorno, ci riporta a tempi passati, in cui un farmacista goloso del ‘700, avo della famiglia, tale Pietro Rappis, preparava questa specialità di sicura origine conventuale per i suoi clienti e per la famiglia. Gli eredi, visto il successo, utilizzando le ricette tramandate avviarono nel secolo successivo una produzione industriale, mantenutasi fino ad oggi fedele alle tradizioni della liquoristica.
Il nome del tipico liquore, diffuso in molte parti d’Italia, specialmente in Abruzzo ed in Piemonte, ed anche in Francia e Catalogna, pare derivi dalla contrazione di una frase latina “sic res rata fiant” (così sia deciso) pronunciata a suggello di qualche avvenimento, in cui dev’essere stata servita come brindisi questa specialità. Ovviamente è pura leggenda, ma non priva di qualche interesse.
Il ratafià di Andorno viene prodotto in quattro tipi, da ciliegie, albicocche, noci e bacche di ginepro, dalla ditta “Giovanni Rapa” fondata nel 1880 in quel paese. Il più tradizionale è quello di ciliege nere, vera golosità, dall’aroma pieno e avvolgente di frutto maturo, con una leggera nota mandorlata, dovuta alla macerazione dei noccioli, che è uno dei segreti del ratafià. Possiede un’alcolicità intorno ai 30° e una componente zuccherina non stucchevole come molti liquori. Sono presenti altri aromi, e sicuramente qualche spezia dolce come la cannella.
Il ratafià di Andorno ha un aspetto rosso cupo e denso, che come quasi tutti i liquori di ciliege tende ad imbrunire dopo qualche settimana dall’apertura.
Si serve come digestivo, o liquore da chiacchiera, e d’estate è eccellente accompagnamento dei gelati. È gradito a tutti per il suo squisito sapore, ma non lasciatelo in mano ai bambini!
Meriterebbe, come altri prodotti tradizionali, di essere valorizzato e tutelato come patrimonio culturale della gastronomia italiana, ma si sa, i nostri politici hanno ben altre attenzioni.
Il ratafià di Andorno viene prodotto anche da un’altra azienda di Biella, la Jeantet, ma non vi è dubbio che il primato, per lunga tradizione e per la tipicità dell’origine debba spettare solo e soltanto agli eredi dello speziale Rappis che hanno saputo tramandare intatta questa gemma della liquoreria italiana.
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