La Francia ha il primato per le migliori acquaviti di vino, e ne difende il nome con il ben noto spirito battagliero nazionale, ma inspiegabilmente vuole primeggiare anche nelle peggiori.
Dal qualche tempo la legislazione francese permette di ricavare brandy (quindi non cognac o armagnac, che sono AOC) dalle fecce o da altri sottoprodotti di vino. La pratica è conosciuta da secoli, se già nel 1600 nella Charente veniva permessa la distillazione di vini guasti o di fecce, purché non acetosi: se ne ricava ancora brandy, ma di qualità infima, destinata alla sete degli ubriaconi o dei mercati più poveri. Ovviamente questi prodotti hanno costo modesto, data la loro qualità scadente.
Spagnoli, e soprattutto italiani, riuniti nella CEDIVI (confederazione europea distillatori vinicoli) hanno vivacemente protestato denunciando alla Commissione Europea la pratica, in frode dei prodotti portanti il nome di brandy, ma distillati da vino, e di qualità e prezzo superiore. Concorrenza sleale insomma.

Cantina di invecchiamento di brandy di Jerez
(ditta Osborne).
A marzo 2012 la Commissione Europea ha notificato alla Francia l’ordine di adeguarsi entro due mesi alle normative Comunitarie (che stabiliscono di ricavare brandy solo dalla distillazione di vino) pena l’apertura di una procedura di infrazione presso la Corte di Giustizia a Lussemburgo.
In gioco ci sono le ricche esportazioni italiane di brandy verso i mercati europei (anche extra-UE), con una produzione di circa 60 milioni di bottiglie di discreta/buona qualità, contro 35 milioni di bottiglie francesi di livello medio/basso. I consumatori sono portati ad attribuire qualità al brandy francese per la sua provenienza, ed anche il fattore prezzo ha il suo ruolo in un mercato con molti giocatori. Tuttavia non si tratta di distillati di pregio, men che meno se prodotti da scarti di lavorazione del vino.
Per ora i produttori di distillato di vino possono tirare un sospiro di sollievo, ma la guerra commerciale non è ancora terminata. La supremazia europea nel brandy di qualità alta è indiscutibilmente e meritatamente francese, quella del brandy low cost per ora è ancora in mani italiane e spagnole.
Fino a quando?
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