Sfatiamo qualche luogo comune: avete sempre pensato che il bicchiere in cui bere il vostro amato cognac (o brandy) fosse il notissimo ballon?
Bene, vi siete sempre sbagliati! Un viaggetto a Cognac vi spiegherà perché questo bicchiere sia un’abitudine errata, nonostante venga utilizzato dovunque fuori dalla Charente, dalla casa al grande ristorante stellato. Da quelle parti non lo conoscono!
Il bicchiere che permette di assaporare al meglio il vostro distillato ha una forma a tulipano: è difficilmente reperibile in Italia, ma con un po’ di pazienza si può acquistare, anche online.
Il ballon ha un difetto: spesso è di dimensioni grandi o ridicolmente gigantesche, offrendo al cognac una elevata superficie di evaporazione: quando vi accosterete il naso sarete storditi da un volume alcolico imponente che copre tutta la finezza del bouquet del distillato, e vi anestetizza i neuroni olfattivi; per di più la bocca, rastremata sì, ma ampia, non permette di concentrare gli aromi verso il punto che dovrà goderne, il vostro naso. Infine, va riempito con una generosa quantità di liquore, inutile quando si tratta di assaporare lentamente un grande distillato, e costoso, a meno che siate in vena di follie. Quindi?
Il bicchiere a tulipano permette di ovviare a tutte queste manchevolezze: ha un volume piccolo, raramente supera i 150 ml, ha una forma sufficientemente ampia alla base, ma un’imboccatura stretta che concentra i profumi al naso, si scalda agevolmente in mano, e vi permetterà di degustare al meglio il vostro brandy, giovane o invecchiato che sia. Riempitelo per un quarto o al massimo per un terzo, in modo da lasciare sufficiente spazio agli aromi per svilupparsi, e per poter ossigenare il distillato facendolo ruotare delicatamente, solo un pochino.
In alternativa si può usare un bicchiere dalle pareti alte, senza palloncino alla base, che ricorda la copita da
sherry, o anche un bicchiere ISO da degustazione da sommelier, purché di volume inferiore. Nel caso disgraziato non abbiate nulla di simile, piuttosto del ballon usate un italianissimo bicchiere da grappa, da non riempire oltre la metà del palloncino.
In ogni caso curate che il vetro sia sottile, per poter trasmettere un poco di calore dalla mano al brandy: senza arrivare alle finezze del cristallo, che pure si addice a un distillato nobile, un vetro dai bordi fini andrà benissimo. Evitate bicchieri di design particolare, non state cercando il bello ma il meglio per il vostro cognac.
In Francia i bicchieri a tulipano si trovano facilmente, dal vetro comune fino alle eleganze dei cristalli di Baccarat; ma l’azienda che produce i perfetti bicchieri per i degustatori (non solo in fatto di spiriti) è la famosa ditta Riedel austriaca, la quale, perfezionista, offre calici diversi per il cognac VSOP piuttosto che per quelli più invecchiati. Benché si rasenti il maniacale, oltre che chiedere un prezzo per calice pari ad una buona bottiglia di cognac, l’esperienza di gustare un distillato in questi bicchieri è nettamente superiore a quella in un comune ballon. Il calice a tulipano dai volumi calibrati permette un’evaporazione controllata, e di godere del bouquet che si sprigiona dal distillato in maniera lenta ed analitica, senza farsi travolgere dall’eccesso di alcool che maschera la finezza dei profumi. Se il cognac è di razza, questo piacere “olfattivo” può essere anche maggiore e durare più a lungo che la stessa degustazione al palato, fino a persistere nel bicchiere per parecchie ore dopo che questo è stato vuotato.
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Grazie di tutte le notizie che ci elargisci. Io,che sono un po’ ignorante in materia di degustazioni, le trovo una fonte di conoscenza. ancor grazie e continua così.
Gent.mo, scopro da pochi giorni il Suo blog e da neofita in materia di Cognac e Brandy (sono un appassionato di grappe invecchiate) rimango quasi affascinato. Come detto, da pochissimo tempo mi sono avvicinato e subito appassionato al Brandy e non Le nego che la voglia di scoprire e sperimentare mi sta inevitabilmente portando anche a spendere parecchi soldini…ma tant’è…. trovo di estremo interesse ogni informazione contenuta nel blog e Le faccio i complimenti per la preparazione e l’idea di divulgare il sapere per chi volesse farlo proprio, in tutto o in parte. Trovo che quello di questi distilllati sia un universo quasi agli antipodi rispetto a quello delle grappe, che io amo. Complimenti ancora e continui a darci informazioni così tanto utili ed appassionanti.
P.s….quanto è incredibilmente vero quello che scrive sulle note olfattive che rimangono nel bicchiere anche a distanza di ore..
Grazie, ma troppi complimenti.
La grappa invecchiata sta al distillato di vino come una befana sta ad una “sventola” di modella (rossa) !
Le grappe possono essere eccellenti, ma un cognac avrà sempre una dimensione in più, in casi eccezionali anche due ! Ciò che cambia è la profondità, e questo lo dà solo l’invecchiamento almeno ventennale.
Salve. Sono un appassionato di whisky, ignorantissimo sui cognac, che sta cercando di colmare la lacuna…. Partendo dai fondamentali mi chiedevo cosa ne pensava del bicchiere a tulipano senza stelo, il Glencairn da whisky appunto. Può andare bene o lo stelo è fondamentale ?
Grazie
Buongiorno !
La forma è appropriata per i distillati, unica perplessità il volume: questo bicchiere sembra molto capace alla base, il che determina una veloce evaporazione dell’alcool. Lo stelo è + un fatto estetico.
Comunque per cominciare una degustazione direi che può tentare tranquillamente. Lo riempia con max. 30-40 ml di distillato.
Salve e grazie della risposta. In effetti un bicchiere da Cognac come quelli da lei suggerito sembra avere un diametro massimo di 65 mm (catalogo Riedel) mentre un Glencairn classico lo ha di 67. Credo quindi che possa essere una buona alternativa. Nei prossimi giorni proviamo…